Akihabara è la città elettrica e degli otaku, ma è affascinante anche per i negozi antichi. In alcune zone sembra un mercato dove comprare i componenti per costruirsi da soli una radio o un quadro elettrico, e poi ci sono edifici veramente antichi tipo questo: la merceria Okashō. È come quella dove la nonna ti portava a comprare la fettuccia o i bottoni, solo che questa è a Tokyo quindi ci sono le porte scorrevoli di legno e vetro, il cemento per terra e fuori sono esposti appendini, bottoni e quelle piccole assi da stiro da appoggiare sull’asse da stiro grande per fare le maniche.
Sto fotografando l’esterno quando la signora mi sgama, mi fa un sorriso e un cenno di assenso, allora mi affaccio dentro il negozio per dire che sto facendo qulche foto e lei si affretta a prendere un foglio da una risma che tiene dietro il bancone: è un fotocopia della pagina del libro #bottegheditokyo che la riguarda. Mi dà anche -provvidamente- un elastichino per arrotolarla, poi dà il cambio a (credo) sua figlia e scappa via con la bici prima che le possa chiedere di concedermi un ritratto. Prossima volta. Fine prima puntata di #omisetokyo