Il 25 aprile del 1945, mentre in alcune zone dell’Italia erano già libere, nella mia città c’erano ancora i tedeschi. Udine è l’ultima città in una pianura prima delle montagne che portano all’Austria, ed è stato l’ultimo passaggio urbano della ritirata tedesca a nord-est, La vera e propria liberazione c’è stata il primo maggio, 75 anni fa. https://vimeo.com/410216577/a9803edfcf Questo film (disponibile solo per oggi) è stato filmato da un partigiano che era anche un videoamatore. È un documento fenomenale, l’unico di questo tipo per quei giorni. Nella prima parte si vedono le truppe naziste che escono dalla città. Chi riprende è dentro una casa, si vede la prudenza nel tenere la macchina da presa, tenuta nascosta il più possibile, le imposte fanno da quinta. Sembrano le riprese di un film di guerra in soggettiva, ma è la realtà. Mi chiedo se quelle truppe che se ne vanno con i cannoni trainati da cavalli e buoi sono i responsabili delle ultime stragi naziste avvenute prima di lasciare la nostra regione. Stacco. Poi ci sono delle immagini dei primi partigiani che prendono possesso degli spazi urbani: hanno uniformi di fortuna, elmetti presi ai tedeschi, vestiti scompagnati. Si vede via Veneto a Udine […]
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Sul kabuki ci sono librerie intere di testi che spiegano questa arte meglio di quanto possa fare io in questo post. Qui c’è quello che il kabuki è per me, un italiano amante dell’opera. La prima volta al teatro Kabuki-za di Ginza, quando si è aperto il sipario sono rimasto paralizzato e dopo 10 minuti mi sono accorto che la mascella mi era rimasta giù: devo aver avuto una faccia da personaggio sbalordito dei cartoni animati. Il Kabuki crea la meraviglia con costumi, musiche, trucchi, coreografie e storie che risucchiano il pubblico. È un teatro nato per la classe media delle città, sofisticato abbastanza per ricercare l’eleganza e allo stesso tempo rimasto ancorato a storie e rappresentazioni semplici. (Qui uno spettacolo a quello della mia prima esperienza) Da qualche parte ho letto che mentre il teatro occidentale rappresenta, il Kabuki presenta. Ci penso sempre e mi sembra la via più utile per capirlo, o forse goderselo senza volerlo capire troppo. Il pubblico del Kabuki non vuole imparare niente, non cerca messaggi, ma solo la bellezza della storia fatta di recitazione, musica e movimenti scenici. Le vicende riguardano condottieri, guerrieri, dame (impersonate da attori in travestimento), bambini, monaci, commercianti, poveri cristi […]
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Come è cambiata la tua vita ultimamente? Che lati positivi ci sono? Hai paura? Cosa succederà adesso? Risposte di quelli che ho incontrato per strada nella seconda metà di marzo 2020 a Tokyo.
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Nei giorni scorsi sono andato al parco di Yoyogi e in altri posti vicino casa. La incongruente nevicata di oggi ha chiuso la stagione della fioritura, credo, e comunque meglio così piuttosto che avere la tentazione di uscire a festeggiare.Facciamo un hanami guardando i fiori sugli schermi.
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Dopo l’annuncio della sindaca Koike che minacciava la quarantena per Tokyo se ci fossero stati peggioramenti, molta gente si è fiondata ai supermercati per comprare istintivamente quanta più roba possibile. È un comportamento umano, già visto in altri posti: comprensibilmente molti volevano evitare di uscire sabato e domenica, come richiesto, ma come conseguenza si sono ammassati in fila fuori dai negozi giovedì e venerdì. Tutto questo ha senso? È un segno di responsabilità o di perdita di controllo?Anche io oggi sono passato dal supermercato vicino a casa mia e verso le 16 era piuttosto vuoto di clienti e di prodotti. Come indagine antropologica ho provato a vedere cosa era stato predato e cosa rimaneva. Il riso era pochissimo, nonostante qui si venda solo a pacchi non da 3 chili in su. Ne rimanevano due sacchi, abbandonati. Ma la sorpresa è stata vedere l’alto gradimento per la pasta: chiaramente negli ultimi anni ha scalato le classifiche e adesso è considerata un alimento standard, da abbinare ai sughi pronti, quasi tutti requisiti. Dopo gli innumerevoli meme visti su pagine italiane ho provato a cercare il lievito (anche perché mi serviva, in realtà): niente, tutto andato. Mi sa che questa si configura come […]
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