Ho colpevolmente trascurato questo spazio personale, specie da quando ho cominciato a scrivere settimanalmente su ilpost qui → https://www.ilpost.it/flavioparisi/ In questa situazione difficile e pericolosa da molti punti di vista ho pensato fosse meglio aggiornare le persone che mi conoscono e chi vuole sapere cosa succede a Tokyo, quindi questo blog si rimette in moto. Continuerò a contribuire al blog de il post, nel frattempo. Per fare il punto: il Giappone era partito come uno dei paesi più colpiti e più a rischio per il virus; l’approdo della nave da crociera, i malati lasciati liberi di disperdersi tra la folla. Si prevedeva un’impennata, invece presto la Corea del sud, poi l’Italia, poi l’Europa e gli Stati Uniti hanno moltiplicato i malati e, purtroppo, i morti. E in Giappone? quasi niente. Ricoveri per l’influenza addirittura inferiori all’anno precedente, pochissimi casi, pochissimi controlli, un senso di normalità, a parte due settimane di scuole chiuse e di telelavoro, di concerti e eventi annullati. Da questa settimana continua il telelavoro ma si sono tenuti alcuni spettacoli con assembramenti oceanici. E poi i ciliegi sono fioriti, gli universitari si sono laureati e tutto questo porta alcol bevuto, abbracci dati e ricevuti, interazioni spinte al massimo. Ieri […]
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Tokyo, 5 dicembre, 231 giorni alle Olimpiadi Che cos’è la città? Sicuramente ognuno ha una risposta personale e unica, basata sulla sua esperienza, sul lavoro, gli interessi e mille altri fattori. Ogni città può essere rappresentata con una serie di mappe, ognuna ritagliata su un certo argomento, un interesse particolare, ed estremizzando questa idea si arriva alla mappa personale, quella creata da e per un individuo.Ayako Sato è un’artista che ha partecipato alla mostra “Hirogaru Chizu” al museo di arte contemporanea di Tokyo. Nell’opera di Ayako la zona del museo (Kiba/Shirakawa) è descritta attraverso il racconto di 10 persone comuni che ci hanno abitato dagli anni ‘60 ad oggi. A ogni intervistato corrisponde una serie di ricordi scritti e posizionati sulla mappa della zona: edifici, parchi, ponti, linee di trasporti pubblici, ricordi familiari. Lo stesso posto diventa così una galassia che si moltiplica per le persone che lo vivono e per il tempo lungo il quale la zona si trasforma. Ho incontrato Ayako e la sua curatrice per una chiacchierata qualche giorno dopo la fine della mostra. Ayako ha abitato in molti posti e quando ha cominciato a preparare questa mostra, lavorando in questa zona ha scoperto che suo nonno era originario di qui, […]
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Tokyo, 27 novembre, 239 giorni alle olimpiadi Credo fosse il 2008, con un mio amico e i suoi genitori siamo andati a mangiare il sushi a Sukiyabashi da Jiro, che allora non era sulla guida Michelin , non era protagonista di un documentario né aveva sfamato Obama. Un pasto memorabile: mi ricordo che il riso e il pesce erano a una temperatura assolutamente perfetta, in bocca si innescava un’esplosione tra il sapore del pesce, i condimenti aciduli, i grassi naturali dei migliori tagli e la cottura perfetta del riso. È stata un’esperienza diversa da qualsiasi pranzo o cena mai provati prima o dopo. Eravamo gli unici quattro clienti nel ristorante; davanti a noi, dall’altra parte del bancone, quattro itamae (così si chiamano i cuochi) maneggiavano gli ingredienti in modo impeccabile e servivano un nigiri (la polpetta di riso con sopra il pesce, il pezzo di sushi, insomma) dopo l’altro, a un ritmo un po’ troppo elevato. La madre del mio amico non era una gran mangiatrice, e quando ha cominciato a rallentare, lasciando aspettare il sushi per troppo tempo dopo che era stato preparato, il figlio di Jiro le ha fatto notare che era meglio che si muovesse. Da lì la signora ha cominciato […]
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Anche se il resto del mondo lo chiama Hagibis, qui come nome ha solo il numero 19. Il diciannovesimo tifone della stagione punta dritto verso Tokyo a circa un mese di distanza dal numero 15 che ha già squassato questa parte del Giappone.Da giorni si sa la traiettoria, l’estensione e la potenza che sono gigantesche rispetto ai precedenti, si tratta di un tifone di forza 5: l’ultimo grado della scala. Abitare in questo arcipelago stimola lo studio della meteorologia. Un paio di giorni prima dell’arrivo gli scaffali dei negozi di Tokyo cominciano a svuotarsi: ramen istantanei, cibi a lunga conservazione, batterie, poi pane, biscotti, le bombole di gas da campeggio. È ironicamente istruttivo vedere quali alimenti sono lasciati nei negozi: segno che la gente preferisce la morte al consumarli. Sabato pomeriggio esco di casa per l’ultima volta, passo dall’asilo, compro le ultime cose per la cena e mi colpisce un suono inaspettato: una cicala sta cantando il 12 di ottobre. Non credo nei presagi, ma probabilmente gli insetti sentono il tempo più di noi. Nel tardo pomeriggio comincia a piovere e seguo alla TV l’incedere del tifone: arriva a Shizuoka, tutta questa parte del Giappone, ancora prima dell’arrivo del vento […]
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