Ho visitato una mostra, si chiama The Landscape of National Higher Education Buildings in the Meiji Era, all’archivio nazionale di architettura moderna. Sì, è una cosa specifica, troppo specifica, forse da otaku. Io non sono nemmeno così esperto di architettura, però la mostra mi ha fatto capire alcune cose suggestive. Oggi è l’anniversario della fondazione del Paese, una festa istituita quando il Giappone è entrato nella modernità. La fine dell’epoca Edo e l’ingresso in quella Meiji. Spesso si parla di rivoluzione Meiji (o anche restaurazione, che è una specie di paradosso) e sicuramente il Giappone è cambiato completamente e velocissimamente. Questa mostra mostra lo sforzo epocale di creare una rete di scuole per l’educazione superiore delle elités che avrebbero dovuto dirigere uno stato moderno e potente, partendo dallo studio di medicina e diritto, poi agraria, ingegneria, discipline navali, tessitura. Scuole specialistiche che sono diventate poi università, prima a Tokyo e poi via via nelle grandi città a ovest, Kyoto e Hiroshima. Alla fine anche l’architettura e l’arte hanno avuto i loro istituti, sempre chiamando progettisti, insegnanti e presidi dall’Europa o dall’America. In pochi anni le fasce di popolazione che potevano frequentare gli istituti hanno completamente cambiato faccia assumendone una che […]
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Ho guardato qualche episodio del programma televisivo su come riordinare le case e le vite, e ho provato a capire qualcosa del fenomeno Marie Kondo, principalmente perché mi pare che sia la prima persona giapponese protagonista di un programma televisivo in occidente. Innanzitutto non è che sia così famosa in Giappone; certo il suo primo libro è stato un fenomeno editoriale, ma qui si legge molto e si comprano tanti libri, quindi non tutto rimane nella memoria. È possibile che adesso, grazie all’interesse in oltremare, faccia un ritorno trionfale nella madrepatria. Il tema del programma mi interessa molto, perché l’ordine delle case giapponesi mi ha dato profondi shock culturali. Procederò per generalizzazioni e mi scuso per una visione un po’ piatta e parziale, ma in generale le case giapponesi sono infestate da un disordine scorante. L’abitazione non è praticamente mai usata per ospitare amici o conoscenti (si mangia, beve, festeggia nei locali) e se per caso tocca invitare qualcuno è sempre necessaria una pulizia di diversi giorni per rendere la casa presentabile (mai veramente bella o elegante). Gli spazi vuoti non hanno vita lunga: vengono invasi da vestiti, utensili, elettrodomestici, scartoffie, pupazzi, strumenti, attrezzi per gli hobby ecc. D’altronde è […]
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È appena finito il periodo più sacro in Giappone: quello delle feste di capodanno. La città è stata tranquilla per una settimana, chi doveva tornare dai parenti la ha lasciata a chi non se ne è andato da Tokyo. A mezzanotte la quiete era punteggiata dal suono delle campane dei templi sparsi nel circondario. Mangiati i piatti della tradizione, bevuto spesso troppo, riposato e dormito in abbondanza, adesso tutti ricominciano dal nuovo anno, il numero 31 dell’epoca Heisei. L’ultimo con questo nome e che anzi durerà pochi mesi. Il 30 aprile di quest’anno, infatti, l’imperatore Akihito si dimetterà, regalando un po’ di giorni festivi ai sudditi, e comincerà una nuova epoca di cui non si sa ancora il nome. Al suo ultimo compleanno, in dicembre, 57mila persone sono andate a salutarlo al palazzo e a quanto sembra lui ne è stato piuttosto felice. Il 2019 sarà l’anno di vigilia delle olimpiadi di Tokyo, che può sembrare una esagerazione, ma questo è il livello di attesa (nervosa) che si sta vivendo qua. L’aspetto urbano è già cambiato e nell’arco di un anno e mezzo sicuramente risulterà sconvolto, con quartieri demoliti e ricostruiti, e palazzi sempre più invadenti a giganteggiare. Lo stadio […]
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C’è una città molto a nord di Tokyo che si raggiunge con lo shinkansen in quasi 4 ore. Nel porto di questa città ogni domenica, da 10 anni, si tiene un mercato che apre alle 4 e mezza di mattina per chiudere verso le 9. Sembra una cosa normale, ma questo non è un mercato all’ingrosso per i negozianti, è per il pubblico generale: tutti ci vanno prima che sorga il sole, nell’aria ghiacciata e secca. Il carattere un po’ rigido delle persone del Tohoku si scioglie e sembra di essere a una sagra: si chiacchiera, si mercanteggia, si beve il caffè e si mangia, molto. I banchi sono variegatissimi: pesce, verdure chiaramente prodotte da chi le sta vendendo, delizie del mare come ricci, alghe, uova di salmone e poi pesci essiccati. Alcuni banconi sono dei ristoranti con sul retro sedie e tavoli per mangiare zuppe, pesce alla griglia, pollo fritto, palle di riso fritte simili ai supplì con dentro saba, il pesce più pescato in questi mari. Il tutto è autogestito da commercianti più o meno improvvisati e coordinato da un ufficetto che principalmente si occupa degli annunci al pubblico. Tra quelli che ho sentito c’era “al bancone delle […]
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Stavo per decidere di non andare a questa mostra e il motivo è molto semplice: l’avevo già vista in tutte le salse sui social, in particolare su instagram. Le persone che seguo c’erano andate a frotte e si beavano dei cuori che la fotogenia del posto attirava, poi sono cominciati gli annunci sponsorizzati. Belle foto, devo dire, ma sarebbe valsa la pena andare fino a Odaiba per vedere il tutto dal vivo? La risposta ancora adesso non la so, ma per andarci ci sono andato. La mostra è fatta dal team lab, un collettivo di artisti che producono arte digitale di vario tipo, principalmente proiettata su muri e altre superfici, variamente interattiva. Alcune cose sono veramente belle, in particolare gli ambienti completamente immersivi in cui perdersi nell’illusione di essere davanti a veri fiori, cascate, foglie e ambienti naturali psichedelici mentre si è in un capannone industriale enorme che di naturale non ha niente, e anzi sorge su un’isola anche lei artificiale. In alcune zone l’esposizione sembra una stanza degli specchi del luna park o una casa degli orrori, non nella forma ma nello stato di oblio in cui cerca (spesso con successo) di trascinare il visitatore. Le cose più stimolanti […]
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