Da quanto tempo non nasce una nuova tradizione, dove abitate voi? A Tokyo da pochissimo: la ricorrenza di Halloween è passata in pochi anni da una festa per pochi, principalmente gente che aveva a che fare con il mondo anglosassone, a un fenomeno onnipervasivo. Non conosco le tradizioni statunitensi, ma ho l’impressione che qui in Giappone i giorni a ridosso del primo di novembre abbiano un carattere tipico locale. L’elemento fondamentale è il travestimento,e d’altronde in un posto che ha inventato il cosplay è il minimo che ci si possa aspettare; la zona per ammirare le mascherine è sicuramente Shibuya, l’unico posto a Tokyo che abbia conservato la forma e la concezione di “piazza” in cui abbia senso fare lo struscio. Esaltando la naturale predisposizione umana a mettersi in mostra, Halloween porta per le strade mareggiate di ragazzi e ragazze vestiti principalmente da cose spaventose, con sfoggio di costumi basati su manga, anime, cultura pop rivisitata in chiave horror. Per le ragazze qualsiasi cosa sexy-horror funziona benissimo: infermiera sexy-horror, donna delle pulizie (maid) sexy-horror, studentessa delle superiori sexy-horror eccetera. Si vedono molti centimetri e anche decimetri di pelle lasciata nuda così, perché è Halloween, e parlo anche di maschi che […]
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Sono andato a fare la spesa per la prima volta a Toyosu. Ogni trasloco è un po’ un trauma, ma installarsi in un posto nuovo dà energia. Pare che tutti si siano ambientati, in molti casi sembra che i commercianti siano sempre stati lì. Il complesso è enorme, una struttura di 4 piani con parcheggio sul tetto, cemento nuovo, lucido, al piano terra dei portelloni automatici bloccano l’ingresso alle eventuali bestie affamate e danno un’impressione di pulizia. In realtà c’è una discreta confusione, il caos necessario al movimento della merce, il traffico dei TARE, i montacarichi. Ci sono delle strisce pedonali nuove di pacca ma quando provo ad attraversare con cognizione di precedenza un TAREttista a momenti mi arrota facendomi capire che le regole della viabilità sono prese pari pari da Tsukiji: chi è più ingombrante passa primo. Incontro quasi tutti i banconieri che frequentavo fino alla settimana scorsa, la scacchiera dei negozi è organizzata bene e si naviga con facilità, tutto il mercato dà l’impressione di essere asettico; o, detto in modo diverso, pulito. Mi rendo conto che, a vedere bene, Tsukiji era veramente lurido. In giro si vedono gruppetti di acquirenti con l’aria smarrita che cercano di orientarsi […]
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Non voglio andare a Toyosu! È una vergogna per i politici, per quei cretini del comune, per il Giappone! No, non ci voglio andare! Così mi risponde stamattina un signore che squama una orata al mercato, quando gli chiedo se è pronto per il trasloco. Il tono è quasi quello di un piagnisteo. C’è un’aria strana a Tsukiji in questi giorni, siamo entrati nell’ultima settimana di attività commerciale, poi da lunedì prossimo basta, finito, si prende tutto e si porta a Toyosu, oltre il ponte, in un posto nuovo che speriamo abbiano bonificato dai residui da ex deposito di carburanti. Il mercato di Tsukiji, o come chiamano tutti quelli che lo frequentano 市場, “IL mercato”, è il posto più antico che io conosca a Tokyo che ha mantenuto la sua funzione, e mi sono accorto che avevo dato per scontato che sarebbe rimasto lì in eterno. Dopo un tira e molla durato anni ormai siamo alla fine, il mercato ottantenne ci lascia. È vero che a pensarci bene alcuni anfratti non sono proprio da premio per l’igiene, e ho letto che una città intera di topi dovrà trasferirsi quando spariranno gli avanzi che ogni giorno rimangono a terra. qui la […]
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Negli ultimi giorni ho passato un po’ di tempo con i vecchietti. C’è stata la sagra del nostro quartiere e alla cena finale con i notabili del comitato abbiamo bevuto sake e chiacchierato. Mi hanno detto che nel nostro quartiere c’era un cinema ora scomparso e una linea di tranvai portava fino ad Akihabara: quanto sarebbe comodo averlo anche adesso. Mi affascina molto capire come era la vecchia Tokyo, forse proprio perché per trovarne le tracce bisogna mettercisi d’impegno, non come in Italia che quasi tutto rimane. Quella notte sono andato a dormire e ho sognato me stesso che usciva dal cinema del quartiere bello come un teatro d’altri tempi e prendeva il tram per arrivare fino ad Akihabara. Mi sono svegliato come uscendo dalla macchina del tempo, ho cercato su internet le foto del cinema e a quanto pare la mia immaginazione onirica ci si era avvicinata. Ieri sono andato verso ovest e, passando per Nakano, ho pensato di andare a vedere un posto di cui un amico architetto mi aveva parlato: Heiwa no mori koen, il parco del bosco della pace. Il nome benaugurante contrasta con il fatto che qui si trovava una prigione usata dall’impero giapponese […]
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Non ci vado così di frequente, ma gli spettacoli di Kabuki mi piacciono moltissimo e ogni volta, quando esco, mi dico che dovrei andarci più spesso. Per una coincidenza fortunata ho trovato due biglietti per lo spettacolo di ieri sera: una rivisitazione della storia di Genji, il principe splendente, con Ichikawa Ebizo nella parte del protagonista; una produzione nuova in molti sensi. Già dall’inizio si è capito che non era un normale spettacolo di kabuki: un clavicembalo ha iniziato a suonare e un contraltista americano vestito in abiti di scena giapponesi ha cantato un’aria di Dowland. Insomma sul palco c’era un grosso mosaico formato da kabuki, musica vocale europea del diciassettesimo secolo, noh, teatro moderno, danza, computer art proiettata sia come sfondo all’azione scenica che come elemento a sé stante, musica strumentale suonata dal vivo. La storia del principe splendente è complessa perché già il libro che la contiene è ricolmo di personaggi, sul palco le scene più toccanti sono state la morte della prima moglie di Genji a causa dell’influsso di un demone (rappresentato con stilemi e suoni del noh) e l’addio di Genji a suo figlio al momento di lasciare temporaneamente la capitale. In realtà l’attore Ebizo ha […]
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