C’è qualcosa di potente nei sapori. Mangiare italiano a Tokyo ormai è facilissimo, e le pizzerie -per dirne una- in media sono ottime. Si trovano ingredienti che non ci si aspetterebbe e che fanno sembrare molto più vicini al nostro paese. Questo se si vuole mangiare italiano, se sei friulano è un po’ diverso. Noi emigranti ci portiamo il formadi (formaggio), salamp (salame) nelle valigie (questo bisogna sperare che non venga sgamato perché la carne cruda non si potrebbe) e qualcuno ha anche messo bag in box da 5 litri di tocai nel trolley. Di mangiare friulano al ristorante non se parlava. Fino alla settimana scorsa, quando per una serie di allineamenti insieme a un importatore giapponese di vini friulani abbiamo organizzato una cena nel ristorante di Hirokazu. Questo Chef ha lavorato un anno in un ottimo ristorante di Colloredo di Monte Albano (UD) e la nostra terra lo ha segnato profondamente, basta dire che ha la maglietta dell Hard Rock café di Carpacco. La cena è stata commovente e io e gli altri friulani abbiamo combattuto per trattenere le lacrime. Voglio riportare il menu Prosciutto S. Daniele e Speck di Sauris, Luganega con cipolla sulla polenta arrostita, Cappucci con […]
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La stagione dei fiori di ciliegio è arrivata, l’ho celebrata, e adesso sta lasciando Tokyo. Proprio oggi, in un momento incastrato tra il pranzo di Pasqua e un giro al parco, sono passato vicino a un tempio buddhista come ce ne sono tanti nel mio quartiere. La sua particolarità è di avere un maestoso albero di ciliegio nel cortile interno, e della varietà Sato Zakura. Quasi tutti i ciliegi che finiscono per scatenare gli hanami sono della varietà Somei Yoshino (Prunus Yedoiensis), dai petali chiari, ma in questo tempio c’è un Prunus serrulata, ha i fiori rosa violacei, un colore definito e allo stesso tempo un po’ lascivo, secondo me. La situazione in cui mi sono trovato oggi mi ha messo a disagio perché mi ha fatto sentire come se tutto fosse stato approntato in modo spudorato, come per farmi capire un messaggio. Nel tempio un monaco cantillava le preghiere battendo uno strumento di legno per darsi il ritmo, un signore anziano spazzava i petali caduti a terra mentre lentamente quelli ancora sui rami cadevano a pioggia. Un altro monaco bruciava incenso tra le tombe mentre le bambine giocavano a rincorrersi tra il piazzale, gli scalini che portano al padiglione […]
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Deciso: partecipo a una gita con il bus. Il programma prevede che i gitanti non sappiano di preciso dove si andrà, di sicuro c’è un pranzo con sushi a volontà e a seguire una mangiata di fragole direttamente dalle piante. Dopo una levataccia si aspetta il torpedone a Shinjuku, l’autista arriva in ritardo e si scusa, ha il fiatone, non capisco perché, e chiede alla nostra guida -una signora sulla cinquantina- dove deve ci deve portare. Comincio a pensare che questa domanda sia parte di un siparietto concertato. Ci danno un adesivino da applicare alla giacca, ora siamo un vero gruppo di turisti giapponesi. Ero sicuro che mi sarei trovato in mezzo a persone di età da orizzonti sereni, aspettativa erratissima: sono quasi tutte ragazze sotto i 30 in gruppi di due amiche o madri con figlia. Sono tra i pochissimi maschi. Si parte, costeggiamo il monte Fuji in una giornata luminosissima, brillante, percorriamo 180 gradi attorno al cono austero e quasi mistico. A seconda dell’esposizione i lati del Fuji sono innevati in modo diverso, le pendici hanno un profilo che varia a seconda della posizione da cui si guarda. Non c’è niente da fare, viene voglia di fotografarlo o […]
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Per una serie di motivi che adesso non sto a spiegare frequento un asilo di Tokyo. È un osservatorio privilegiato per capire cosa va presso le nuovissime generazioni. E oltre alle classiche cose senza tempo come disegnare, giocare al parco o con i blocchi, fare i lavoretti e piangere perché l’amico/a ha rubato il gioco preferito, ci sono i treni. Specie tra i maschi, devo dire. E anche questo sarebbe abbastanza tradizionale, ma la novità è che esiste Shinkalion. Il nome comincia come shinkansen ed è nient’altro che un treno superveloce transformer. La canzone ha tutti gli stilemi del genere, parla di questo robot che difende la pace del Giappone e vai di trasformazioni; tutto preceduto -finezza- dal suono di avviso chiusura porte. C’è anche la serie animata e insomma quasi quasi me ne compro un modellino. Mi chiedo se le ferrovie italiane potrebbero proporre il loro personaggio: TRENITALION.
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