Nel mio quartiere c’è un piccolissimo santuario consacrato alle volpi, si chiama Inari. Nella vita quotidiana ha il ruolo di edicola, la gente che ci passa davanti a volte si ferma -specie gli anziani, ho notato- volge la fronte al piccolo altare, si inchina e poi prosegue. Il concetto è poetico, ma il tutto è contenuto in una copertura di metallo ondulato vecchio e rovinato. Intendiamoci, mi piace molto l’altarino e il fatto che l’immagine stessa dello shinto sia di fronte a un tempio buddhista mi dà pace. Accanto c’è un arbusto che cresce tra l’asfalto e il muro di cinta di una centralina elettrica, in un pezzetto di terra che non si sa come abbia trovato. Per me non è mai stato niente di più che un baraç, come si direbbe in friulano: una di quelle piante selvatiche che riempiono i greti dei torrenti, né albero né cespuglio, insomma una pianta infestante inutile. Poi l’anno scorso la lezione più giapponese che potessi ricevere: questa pianta è fiorita e ha mostrato dei petali viola intenso, i fiorellini uscivano direttamente dai rami sgraziati. Ho capito che è una pianta che ha un nome (che non mi ricordo) e un certo prestigio, […]
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L’ultimo mio post pubblicato sul blog de ilpost:Il primo di aprile qui è iniziato l’anno scolastico: in mezzo ai fiori bianchi ormai completamente sbocciati le mamme e i papà hanno portato i bambini all’asilo, gli studenti hanno varcato per la prima volta i portali dell’università: in Giappone l’inizio degli studi ha lo slancio della primavera, le foto del primo giorno hanno i ciliegi in fiore. La stessa mattina, in una sala segreta e controllatissima del parlamento, una commissione composta da membri del governo, capi istituzionali e altri personaggi ha scelto il nome della nuova era del Giappone: Reiwa (令和). A differenza della datazione cristiana che parte da zero e procede presumibilmente all’infinito, qui ogni imperatore è in carica per un periodo chiamato con un nome diverso, nome che finisce per essere quello dell’imperatore stesso. Chi ama queste cose può riflettere sulla concezione impermanente del tempo in oriente, sulla consapevolezza della fine di ogni cosa e su altri concetti estetici o estetizzanti. Questo anno, il 2019, è cominciato con un nome e finirà con un altro cambiandolo il 1 maggio, quando l’imperatore attuale abdicherà ponendo fine all’era Heisei. Invece di pensare al passato in termini di decadi, in Giappone ci si […]
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Sono passati 8 anni da quel pomeriggio, la successiva notte di angoscia, i giorni e le settimane di paura e incertezze. Per chi era in Giappone terremoto e maremoto hanno cambiato molte cose, spesso la vita e l’approccio alla stessa. A differenza di molti ho sempre trovato tremendamente più destabilizzante pensare alle vittime del maremoto piuttosto al disastro della centrale nucleare di Fukushima. Forse perché le radiazioni non si vedono mentre la terra invasa dal mare, il fango che trasporta case, paesi e vite è sconvolgente. Tanti si infervorano per gli errori di progettazione della centrale, per i pasticci combinati nella gestione dell’emergenza, ma in tutta onestà non ne so abbastanza e in fondo si tratta delle decisioni di poche persone, anche se importanti. Le storie che ho sentito e visto di chi si è salvato scappando fortunosamente per poi scoprire di aver perso tutto, i paesi risucchiati dal mare, gli asili in cui bambini non sono più tornati, tutto questo mi colpisce di più. E allo stesso tempo mi porta uno strano senso di compassione e comprensione. Forse sono tra le poche persone che ha deciso di rimanere ad abitare in Giappone non nonostante lo tsunami, ma anche perché ha visto cosa è […]
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Ho visitato una mostra, si chiama The Landscape of National Higher Education Buildings in the Meiji Era, all’archivio nazionale di architettura moderna. Sì, è una cosa specifica, troppo specifica, forse da otaku. Io non sono nemmeno così esperto di architettura, però la mostra mi ha fatto capire alcune cose suggestive. Oggi è l’anniversario della fondazione del Paese, una festa istituita quando il Giappone è entrato nella modernità. La fine dell’epoca Edo e l’ingresso in quella Meiji. Spesso si parla di rivoluzione Meiji (o anche restaurazione, che è una specie di paradosso) e sicuramente il Giappone è cambiato completamente e velocissimamente. Questa mostra mostra lo sforzo epocale di creare una rete di scuole per l’educazione superiore delle elités che avrebbero dovuto dirigere uno stato moderno e potente, partendo dallo studio di medicina e diritto, poi agraria, ingegneria, discipline navali, tessitura. Scuole specialistiche che sono diventate poi università, prima a Tokyo e poi via via nelle grandi città a ovest, Kyoto e Hiroshima. Alla fine anche l’architettura e l’arte hanno avuto i loro istituti, sempre chiamando progettisti, insegnanti e presidi dall’Europa o dall’America. In pochi anni le fasce di popolazione che potevano frequentare gli istituti hanno completamente cambiato faccia assumendone una che […]
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Ho guardato qualche episodio del programma televisivo su come riordinare le case e le vite, e ho provato a capire qualcosa del fenomeno Marie Kondo, principalmente perché mi pare che sia la prima persona giapponese protagonista di un programma televisivo in occidente. Innanzitutto non è che sia così famosa in Giappone; certo il suo primo libro è stato un fenomeno editoriale, ma qui si legge molto e si comprano tanti libri, quindi non tutto rimane nella memoria. È possibile che adesso, grazie all’interesse in oltremare, faccia un ritorno trionfale nella madrepatria. Il tema del programma mi interessa molto, perché l’ordine delle case giapponesi mi ha dato profondi shock culturali. Procederò per generalizzazioni e mi scuso per una visione un po’ piatta e parziale, ma in generale le case giapponesi sono infestate da un disordine scorante. L’abitazione non è praticamente mai usata per ospitare amici o conoscenti (si mangia, beve, festeggia nei locali) e se per caso tocca invitare qualcuno è sempre necessaria una pulizia di diversi giorni per rendere la casa presentabile (mai veramente bella o elegante). Gli spazi vuoti non hanno vita lunga: vengono invasi da vestiti, utensili, elettrodomestici, scartoffie, pupazzi, strumenti, attrezzi per gli hobby ecc. D’altronde è […]
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