L’anno scorso ho scoperto e frequentato per un po’ un bar vicino alla stazione di Shinjuku, si chiama Stick. È un ambiente che si conserva praticamente intatto da 40 anni, un posto in cui ascoltare il jazz con i dischi mentre si beve, principalmente whiskey allungato con l’acqua (ma hanno anche vermuth italiano). Non è sulle mappe, nelle guide e fino a pochissimo tempo fa neanche su google, la prima volta che sono entrato gli avventori mi hanno riempito di domande su come fossi finito lì, loro frequentano tutti il posto da almeno 30 anni. Sul muro c’è una gigantografia di Miles con Jack Dejohnette fatta nel periodo elettro-funk, e il proprietario, Wariya san, è l’anima del posto: un padrone di casa settantenne che sceglie i vinili, avvia la conversazione e parla delle sue passioni che sono le immersioni, il jazz e -intuisco- le donne. Dall’anno scorso per un po’ non ci sono più passato per vari motivi, principalmente perché Tokyo è talmente vorace che consuma il tempo senza che uno se ne renda conto, ma una amica mi ha scritto che il bar Stick avrebbe chiuso a fine maggio. Mi sono reso conto che avevo data per scontata l’eternità […]
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Ieri notte ha nevicato forte qui a Tokyo. 23 centimetri. Oltre ai treni in ritardo, a qualcuno che sciava nell’incrocio di Shibuya, al rischio di scivolare o lo smarrimento felice di vedere una città completamente bianca mi ha meravigliato la preparazione al fenomeno degli abitanti del mio quartiere. Sono tornato a casa verso le 22 e quasi tutti stavano spalando la neve sotto i fiocchi. Per essere un posto non così nevoso, Tokyo ha delle risorse inaspettate, specie nei quartieri popolari. La gente spalava da davanti casa propria, per poi allargarsi alla strada, agli ingressi di altre case, nel freddo, sudati; una signora con una pattumiera di fortuna. Io avevo solo uno spazzolone ma ha fatto il suo lavoro, nel silenzio della notte sordinata. Stamattina tutto il quartiere aveva i suoi camminamenti e la neve brillava al sole.
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Arrivati a questo punto, penso che dovrei parlare della zona in cui abito. Shinjuku è uno dei 23 KU in cui è suddivisa l’area metropolitana di Tokyo; si possono definire le circoscrizioni, ma in realtà sono come delle città indipendenti tra loro. Shinjuku è la sede del governo metropolitano di Tokyo e ha la stazione più frequentata del mondo. L’impatto più forte con Shinjuku è l’immagine dei palazzoni, la folla che sciama ai semafori, nei negozi, sui marciapiedi. Ma la città di Shinjuku ha anche scenari completamente diversi e io -da sempre amante della Tokyo est- sto cominciando ad apprezzarla. In particolare mi piace il grande parco di Shinjuku gyoen, che si fa pagare per l’ingresso ma ha 3 diversi paesaggi: un giardino tradizionale giapponese, uno fatto all’inglese e poi un giardino all’italiana sul modello di quelli francesi. A Shinjuku ci sono molte zone belle dove passare la serata bevendo, strade e anfratti minuscoli che è bello conoscere gradualmente esplorando tutte le osteriucole nascoste. Ecco, mi sa che Shinjuku diventerà una piccola serie qui su pesceriso, da usare come guida.
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